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L’esterno del complesso è spoglio e, non essendo intonacato, si possono vedere chiaramente le diverse fasi costruttive: nella fase arcaica furono impiegati ciottoli di fiume, successivamente lastre piatte e scalpellate.

L’interno, invece, doveva essere splendidamente “illustrato”, in modo che i fedeli fossero in grado di avvicinarsi alle Sacre Scritture anche se analfabeti: i simboli e l’intero insieme iconografico sono ancor oggi, seppur in parte rovinati, “parlanti” e ricchi di pathos.  

Sino al trasferimento, avvenuto nel 1661, della Parrocchia nella nuova chiesa, dedicata a S. Andrea, edificata nel borgo sottostante, la Pieve di San Lorenzo era la chiesa più importante di un’area che, tra V e X secolo, aveva rivestito una particolare importanza storica, lungo la via di penetrazione dei Franchi in Italia.

Lungo quest’antica via, costruita a suo tempo dai Romani per superare le Alpi e conquistare la Gallia, attualmente, sono in parte ancora visibili, lungo la SS 26, i resti dell’Ospizio annesso alla Chiesa di San Leodigario, che secondo la tradizione, furono fatti costruire, nell’894, da Attone Anscario, primo marchese d’Ivrea, fratello di Ansgarda, regina dei Franchi, ripudiata da Luigi il Balbo, pronipote di Carlo Magno, nell’875.

La ricchezza e la complessità degli affreschi e delle decorazioni interne alla Pieve ci raccontano, da un lato, l’importanza dei committenti, dall’altro la complessità della cultura di artisti che, fatta eccezione per l’autore del grande Cristoforo (?) che accoglie chi entra in chiesa, nella maggioranza dei casi, sono rimasti anonimi.

Tutte le pareti dovevano essere affrescate, almeno fino all’altezza delle reni della volta, sovrapponendosi i nuovi affreschi ai più antichi, man mano che si deterioravano o non incontravano più il gusto della committenza.

Dopo vari interventi di restauro, volti a togliere lo spesso strato di scialbo, ne sono ricomparsi alcuni e altri sono risultati più leggibili. La datazione, per quanto approssimativa, è resa possibile proprio dalla sovrapposizione di vari cicli pittorici che sono stati eseguiti in un esteso periodo temporale che va dal XIII alla fine del XV sec., certamente si può affermare che ben tre si collocano all’interno del XIV sec., intorno al 1340, al 1350-60 e dopo il 1387.

Caratteristica comune a tutti gli affreschi è la cornice che delimita ciascuno, con decorazioni tutte diverse, quasi a sottolineare, l’unicità e la compiutezza di ogni singolo dipinto.

Discorso a parte va fatto per le decorazioni barocche dell’altare, che risalgono al XVII sec., praticamente l’ultimo intervento prima dell’abbandono della chiesa come sede della Parrocchia. 

Crocifisso ligneo
Crocifisso ligneo - dettaglio