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Settimo Vittone è un comune montano che si estende dal fondovalle, solcato dalla Dora Baltea, sino ai crinali montuosi del Mombarone e vanta uno scenario di straordinario interesse paesaggistico scandito dall’alternanza di antichi terrazzamenti in pietra a secco sormontati da colonne troncoconiche chiamate “pilun” che modellano il versante esposto a sud e sorreggono le pergole in legno. Sugli assolati terrazzamenti si coltivano le uve ottenute dai vitigni di Nebbiolo e gli olivi, impiantati in tempi più recenti recuperando le antiche specie che già crescevano sul territorio.

Il toponimo ricorda le origini lontane di questa terra: il termine romano Settimo significa ”a sette miglia da Ivrea”.

Un alto promontorio, che offre il panorama della valle e della Dora Baltea, domina il territorio ricco di nuclei minori e chiese di remota origine, uniti fra loro da un fitto sistema viario di antiche mulattiere sulla traccia della Via delle Gallie. Su esso si staglia il complesso preromanico della Pieve di San Lorenzo e del Battistero di San Giovanni, cinto dalle mura dell’antico castello di Anscario Marchese di Ivrea.

Il centro storico del capoluogo, caratterizzato da strade strette su cui si affacciano fitte cortine di case secolari che spesso sovrastano la strada, mantiene vive nei toponimi, le antiche origini: il Borgovecchio, arroccato al di sotto del Castello e il Borgonuovo, sorto più in basso, lungo la via Attone Anscario Massimo; più a sud, la Chiesa di S. Marta dell’omonima confraternita, la seicentesca chiesa di Sant’Andrea e l’antico ospitaletto di San Leodigario (attuale sede del Ristorante la Sosta).

La via Francigena attraversa il paese e collega il complesso alla chiesa romanica di San Giacomo in frazione Montestrutto.

Le frazioni sono: Cesnola e Torredaniele a nord del capoluogo, immerse nei vigneti; Montestrutto a sud, meta di sportivi ed appassionati di arrampicata frequentatori della falesia e dell’ampia area verde pubblica in loc. La Turna.  Alta sul capoluogo si trova Cornaley, immersa tra castagneti e betulle e poi ancora salendo, Prà Giulì in una bella posizione panoramica e Trovinasse, punto di partenza ideale per escursioni verso le creste circostanti, itinerari gta e il Mombarone.

I prodotti tipici, frutto dell’ attività agricola e pastorizia, sono: le castagne, delle quali esistono in loco otto varietà, il vino Nebbiolo ed i formaggi tipici come la toma, il salignun ed i tomini; vere eccellenze i prodotti di alpeggio: burro e formaggi lavorati in quota. I piatti caratteristici semplici, ma sostanziosi, sono frutto dell’economia del passato, come il salame di patate, una combinazione di carne di maiale e di patate, la zuppa di ajucche e il suvet gris, piatti che utilizzano le erbe spontanee primaverili diffuse intorno agli alpeggi e le miasse, rustiche crèpes di farina di mais ed acqua che in origine erano il sostituto del pane.